“L’insostenibile leggerezza dell’essere”, romanzo cult degli anni '80, rispolverato qui per la sottile ironia, lo stile moderno e
senza tempo dell’autore.
“L’insostenibile leggerezza dell’essere”
è un romanzo che Milan Kundera ha
scritto nel 1984 e ambientato nella Praga
del 1968, eppure è e sarà ancora a lungo di un’attualità senza tempo.
Perché?
Semplice: “L’insostenibile leggerezza dell’essere” è un romanzo che scandaglia
tutte le principali debolezze/nefandezze di noi tutti senza per questo metterci
direttamente sotto accusa, e il genio sta in questo.
Il
contesto è storico ed importante: la cosiddetta “Primavera di Praga” e la
successiva occupazione sovietica della Cecoslovacchia,
ma i temi sono molto esistenziali e terreni: attraverso un “quartetto di
personaggi” Kundera ci imbarca sulla nave di un viaggio fino agli abissi dei
casini esistenziali di ognuno di noi, o se preferiamo (e noi lo preferiamo!) di
quelli del chirurgo praghese di fama Tomàs
che alterna a rotazione le sue amanti con cui però non vuole dormire e che quindi
saluta e rimanda puntualmente a casa a mezzanotte e che non smette di vedere
anche quando inizia una relazione/convivenza con Tereza, fotografa con un complesso di Elettra mai risolto e dedita
al contrario del compagno a maratone metafisiche sul senso della sua vita e di
quella di chiunque l’avvicini (ahimè). E poi ancora Sabina, amante di Tomas e pittrice anticonformista di straordinario
brio a sua volta è amata da Franz, sfortunato Romeo versione praghese.
I
destini dei quattro personaggi nell’Insostenibile
leggerezza dell’essere si incrociano e si scontrano, lo stile è quasi
cinematografico e i toni narrativi ed ironici alleggeriscono rivelazioni
filosofiche difficilmente sostenibili per noi comuni mortali in diverso modo.
La
città di Praga, che in apparenza
appare sullo sfondo è in realtà la patria da difendere dagli oppositori russi e
da cui fuggire e poi tornare per un autore le cui opere dissacranti ed ironiche
furono tolte dagli anni 70 in tutte le biblioteche pubbliche cecoslovacche e a
cui, dopo essere emigrato a Parigi, gli viene tolta nel 1979 la cittadinanza
cecoslovacca per “Il libro del riso e dell’oblio”.
Uno “figo” Kundera insomma
che non smette di ricordarci che magari sarà pure insostenibile a tutti noi che
vogliamo complicarci a tutti i costi l’esistenza trovando sempre un significato
a quello che ci accade, ma forse un significato profondo delle cose non esiste.
E allora tanto vale procedere con leggerezza!
Destinazione del libro: In viaggio verso PRAGA
Destinazione del libro: In viaggio verso PRAGA
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