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mercoledì 19 ottobre 2016

VISITARE PARIGI: GUIDA AL QUARTIERE DI MONTMARTRE

Visitare Parigi è un’esperienza irrinunciabile per ogni persona, e fatta una volta vi ritroverete a tornare, forse più volte, perché Parigi è sempre sorprendentemente unica, ma diversa e da scoprire. È la città degli innamorati, delle persone curiose, semplici e complicate. Parigi è di tutti, non è una città tra tante, ma una città che entra nell’anima di chi la vive.

 Accanto al rassicurante profumo del pane appena sfornato, ai lussureggianti monumenti e all’atmosfera tutta particolare dei suoi bistrot all’aperto, Parigi è come una nazione, fatta di mille anime e angoli di Paradiso. Uno di questi è il quartiere di Montmartre, leggendario, multietnico e in zona favolosamente collinare, di cui troverete qui una mini guida, per non perdersi i must da visitare e scoprirne molti altri da soli.







"Strappatemi il cuore, ci vedrete Parigi” (Louis Aragon)


Un tempo semplice villaggio di campagna dove di trovavano i mulini che rifornivano Parigi di farina, nella seconda parte del 1860 Montmartre diventa a pieno titolo parte della Capitale francese. Con la sua atmosfera boehemienne diventa presto la culla di pittori e scrittori; Toluse-Lautrec vi dipinse lì le ballerine di can-can, per non parlare delle creazioni di Picasso, Branque e gli altri artisti che da qui regalarono il cubismo al mondo.
E’ una gioia per l’anima perdersi nelle superbe vedute della Collina di Montmartre, nei suoi piccoli parchi fino a discendere nelle ripide stradine acciottolate dove molte case sembrano inghiottite de un’edera verde brillante.
A confine con il quartiere un po’ “equivoco” di Pigalle il Mouline Rouge, sotto alla sua leggendaria insegna con il mulino rosso, è uno dei locali notturni simbolo di questa zona, che ha regalato divertenti can-can e balli seducenti a orde di turisti, oltre a grandi spunti per la filmografia americana. Camminando sulla stessa via oltre al Museo dell’Erotismo troverete molti negozi di generi alimentari per ristorarsi alla grande e il café des Deux Moulins dove lavorava la celeberrima Amèlie del famoso film di Jean-PierrE Jeunet. 

Mouline Rouge e le pazze notti parigine
Libri con La Valigia vi porta al Mouline Rouge di Parigi

Lungo rue Lepic inconterete anche i famosi mulini gemelli di Montmartre: Moulin de la Gallette, oggi popolare balera, e Moulin Radet, sede oggi di un famosa ristorante. Lungo rue des Saules potete trovare (udite udite!) la piccola vigna Close du Montmartre che dal 1933 ad oggi produce 850 bottiglie all’anno di vino vendute all’asta per beneficienza. Nel vicino Musée de Montmartre, edifico del 1600 dove vissero Renoir, Utrillo e Raoul Dufy è possibile comprare qualche bottiglia del vigneto o andare oltre e fare una pausa per appagare i sensi nel più famoso bistrot di Montmartre, La Maison Rose.

Libri con la Valigia vi porta a Moulin del la Galette
Moulin de la Galette
Una volta arrivati a rue de Cardinal Guibert potrete ammirare l’Eglise Saint-Pierre de Montmartre, costruita sul sito di un tempio romano dedicato a Mercurio, e poi trasformata in Tempio della Ragione e ancora poi in Stabilimento Tessile. Pochi passi ancora e si arriva finalmente all’ingresso della Basilica del Sacro Cuore, il cui bianco dei marmi entra in meraviglioso contrasto nelle giornate di sole col blu dei cieli parigini, affiancandosi alla meraviglia di una delle più belle vedute di Parigi che si ammirano dalla limitrofa place du Parvis du Sacré Coeur. E non stupitevi troppo se dalla scalinata della chiesa risuonerà qualche artista di strada intonare non una canzone della Piaf, ma di Lady Gaga, all’arte non si comanda.
La Basilica del Sacro Cuore, uno dei grandi simboli di Parigi
Il fascino senza tempo della Basilica del Sacro Cuore

Se avete ancora voglia di scoprire altre chicche della zona, nei pressi troverete il Dalì Espace Montmartre, l’unico museo del quartiere, oppure entrare in una stazione del metrò e continuare a vistare Parigi e i suoi 1001 mondi. 

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lunedì 10 ottobre 2016

L’ELEGANZA DEL RICCIO di Muriel Barbery

Metti una via elegante e facoltosa del centro di Parigi, una triade di personaggi che più diversi non si potrebbe, aggiungi una buona dose di ironia per sovvertire stereotipi e luoghi comuni e un gioco continuo di incroci, scambi e ancora incontri di destini e identità: questo è "L’eleganza del Riccio", un delizioso, profondo divertente e a tratti commuovente romanzo di Muriel Barbery, diventato subito caso letterario. 

L'eleganza del riccio (L'Élégance du hérisson), pubblicato nel 2006 in Francia, è diventato fin da subito un caso letterario… e non senza motivo. Se la Vostra ragione di vita è lo shopping, le serate mondane, il calcio e giù di lì lasciate perdere fin da ora… tenete presente che l’autrice è professoressa di filosofia e non ve ne fa dimenticare nemmeno un attimo nel corso del romanzo. Se fate parte di invece di quelli che una volta almeno nella vita, o meglio a settimana, si sono trovati a chiedere ascoltando i vicini di autobus, i colleghi, la tv o i familiari: “ma io che ci faccio qui tra questi? Voglio un biglietto di sola andata per Marte”, allora questo romanzo sarà una breve, meravigliosa, consolatoria e ristoratrice pausa di veri sorrisi a cuore aperto.

Tre sono i protagonisti le cui vite si incontrano in un facoltoso condominio della Parigi bene, e nonostante le apparenze finiscono per riconoscersi, andare oltre e salvarsi a vicenda.
Renée Michel è la scialba portinaia del numero 7 di rue Grenelle, un condominio parigino abitato da famiglie facoltose: vedova, apparentemente sciatta, un po’ bifolca, teledipendente e sicuramente “gattara” (Lev, in onore di Tolstoj, è il suo gatto). In realtà nasconde più di un segreto, è tra l’altro un’autodidatta coltissima che si interessa di arte, filosofia, cinema, musica classica e di cultura giapponese, ma preferisce dissimulare la sua vera natura. 
La dodicenne Paloma Josse, figlia di un Ministro della Repubblica francese, abita nella nello stesso condominio parigino di Renée ed è in perenne lotta con tutta la sua borghese famiglia, in cui tra padre, madre e sorella maggiore dominano solo apparenza, ipocrisia, superficialità.

Tutto il libro alterna le voci e i racconti delle due protagoniste, che con stili narrativi e vite diverse, intrecciano un continuo e divertentissimo gioco di sovversione di stereotipi e aspettative del lettore. 
Così Paloma, di cui ci si aspetterebbero discorsi da dodicenne, emerge quasi fin da subito come meravigliosa "Giudice dell’Umanità”, profonda e matura più di noi tutti adulti nel comprendere il mondo, di cui coglie la bellezza, ma non riesce a sopportare la mediocrità della gente con cui vive. Per questo pianifica di suicidarsi prendendo dei sonniferi il giorno del suo compleanno e di dare fuoco al suo appartamento per far capire alla sua famiglia ricca e superficiale quali siano i veri problemi della vita, come trovarsi senza casa. 
Allo stesso tempo Renée affronta la sua solitudine con serena accettazione, esplorando ogni sfumatura dei propri sentimenti e del proprio essere come il più raffinato dei pensatori filosofici. 

Paloma è Renée si incontrano e si riconoscono come anime affini grazie all'arrivo di un terzo personaggio: Kakuro Ozu, un signore giapponese nuovo condomine, che saprà far uscire dal lungo anonimato l'anima sensibile della portinaia, svelandone tutti i sentimenti e un oscuro segreto e far capire al contempo a Paloma qualcosa in più sulla sua vita che non era riuscita nemmeno lei a cogliere. 

Fino ad arrivare ad un finale che ancora una volta sovverte le aspettative del lettore, lo lascia senza fiato per un attimo e con la sensazione ultima di essere un pochino migliore rispetto a quando aveva iniziato a leggere "L'eleganza del riccio"

Destinazione del libro: in viaggio verso PARIGI