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lunedì 10 ottobre 2016

L’ELEGANZA DEL RICCIO di Muriel Barbery

Metti una via elegante e facoltosa del centro di Parigi, una triade di personaggi che più diversi non si potrebbe, aggiungi una buona dose di ironia per sovvertire stereotipi e luoghi comuni e un gioco continuo di incroci, scambi e ancora incontri di destini e identità: questo è "L’eleganza del Riccio", un delizioso, profondo divertente e a tratti commuovente romanzo di Muriel Barbery, diventato subito caso letterario. 

L'eleganza del riccio (L'Élégance du hérisson), pubblicato nel 2006 in Francia, è diventato fin da subito un caso letterario… e non senza motivo. Se la Vostra ragione di vita è lo shopping, le serate mondane, il calcio e giù di lì lasciate perdere fin da ora… tenete presente che l’autrice è professoressa di filosofia e non ve ne fa dimenticare nemmeno un attimo nel corso del romanzo. Se fate parte di invece di quelli che una volta almeno nella vita, o meglio a settimana, si sono trovati a chiedere ascoltando i vicini di autobus, i colleghi, la tv o i familiari: “ma io che ci faccio qui tra questi? Voglio un biglietto di sola andata per Marte”, allora questo romanzo sarà una breve, meravigliosa, consolatoria e ristoratrice pausa di veri sorrisi a cuore aperto.

Tre sono i protagonisti le cui vite si incontrano in un facoltoso condominio della Parigi bene, e nonostante le apparenze finiscono per riconoscersi, andare oltre e salvarsi a vicenda.
Renée Michel è la scialba portinaia del numero 7 di rue Grenelle, un condominio parigino abitato da famiglie facoltose: vedova, apparentemente sciatta, un po’ bifolca, teledipendente e sicuramente “gattara” (Lev, in onore di Tolstoj, è il suo gatto). In realtà nasconde più di un segreto, è tra l’altro un’autodidatta coltissima che si interessa di arte, filosofia, cinema, musica classica e di cultura giapponese, ma preferisce dissimulare la sua vera natura. 
La dodicenne Paloma Josse, figlia di un Ministro della Repubblica francese, abita nella nello stesso condominio parigino di Renée ed è in perenne lotta con tutta la sua borghese famiglia, in cui tra padre, madre e sorella maggiore dominano solo apparenza, ipocrisia, superficialità.

Tutto il libro alterna le voci e i racconti delle due protagoniste, che con stili narrativi e vite diverse, intrecciano un continuo e divertentissimo gioco di sovversione di stereotipi e aspettative del lettore. 
Così Paloma, di cui ci si aspetterebbero discorsi da dodicenne, emerge quasi fin da subito come meravigliosa "Giudice dell’Umanità”, profonda e matura più di noi tutti adulti nel comprendere il mondo, di cui coglie la bellezza, ma non riesce a sopportare la mediocrità della gente con cui vive. Per questo pianifica di suicidarsi prendendo dei sonniferi il giorno del suo compleanno e di dare fuoco al suo appartamento per far capire alla sua famiglia ricca e superficiale quali siano i veri problemi della vita, come trovarsi senza casa. 
Allo stesso tempo Renée affronta la sua solitudine con serena accettazione, esplorando ogni sfumatura dei propri sentimenti e del proprio essere come il più raffinato dei pensatori filosofici. 

Paloma è Renée si incontrano e si riconoscono come anime affini grazie all'arrivo di un terzo personaggio: Kakuro Ozu, un signore giapponese nuovo condomine, che saprà far uscire dal lungo anonimato l'anima sensibile della portinaia, svelandone tutti i sentimenti e un oscuro segreto e far capire al contempo a Paloma qualcosa in più sulla sua vita che non era riuscita nemmeno lei a cogliere. 

Fino ad arrivare ad un finale che ancora una volta sovverte le aspettative del lettore, lo lascia senza fiato per un attimo e con la sensazione ultima di essere un pochino migliore rispetto a quando aveva iniziato a leggere "L'eleganza del riccio"

Destinazione del libro: in viaggio verso PARIGI

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